Tre artisti, tre storie diverse, ma un’unica grande passione: l’esplorazione delle radici afro nelle musiche delle Americhe. Chiara Cruz Crozzoletti, Amilcar Soto Rodriguez e José Antonio Molina Ponce sono protagonisti di un viaggio musicale che fonde tradizione, innovazione e profonda ricerca culturale.
Chiara Cruz Crozzoletti, cantautrice e interprete padovana, si distingue per la sua sensibilità artistica rivolta alle sonorità afroamericane. Cresciuta con il blues nel cuore, ha poi intrapreso un percorso che l’ha portata ad abbracciare la musica d’autore latinoamericana. La sua voce, intensa e ricca di sfumature, è anche strumento narrativo nella co-scrittura delle liriche dell’album Mujeres de arena y otras historias, progetto che segna una tappa importante del suo cammino artistico.
A firmare la musica dell’album è Amilcar Soto Rodriguez, compositore, arrangiatore e chitarrista di origini peruviane, la cui cifra stilistica risiede nella fusione raffinata tra jazz, musica classica e tradizione afroperuviana. Mujeres de arena y otras historias è il risultato di un lavoro collettivo di grande valore, che ha coinvolto figure di spicco del panorama musicale internazionale, tra cui la pluripremiata Susana Baca, l’orchestra I Solisti Veneti, Javier Girotto, Alfonso Deidda e Francesco Angiuli. Un’opera che incarna un ponte tra culture e generi, dove ogni nota racconta una storia e ogni arrangiamento è frutto di uno sguardo multiculturale.
Questo artista otterrebbe maggior riscontro inviando il singolo alle emittenti italiane mediante Cartolina Digitale. Entrerebbe inoltre nella Classifica Indie e nella Classifica Italiana.
A completare questo affresco sonoro c’è José Antonio Molina Ponce, percussionista cubano dalla straordinaria versatilità. La sua carriera è un vero mosaico di esperienze che spaziano dalla musica tradizionale cubana, grazie alle collaborazioni con le orchestre di Pachito Alonso y su Kini Kini e Manguaré, fino alla world music e al pop internazionale. Ha condiviso il palco con icone come Celia Cruz, Willie Colón e Miriam Makeba, portando il suo talento percussivo anche in Italia, dove ha lavorato con artisti del calibro di Zucchero e Tullio De Piscopo.
Il loro incontro è una testimonianza viva di come la musica possa superare i confini geografici, raccontare storie dimenticate e dar voce a identità spesso trascurate. Un progetto che non è solo musicale, ma anche culturale e sociale: un invito ad ascoltare con il cuore e a riscoprire la potenza evocativa delle radici afro nelle musiche del mondo.