C’è chi sceglie di esporsi, e chi preferisce scomparire dietro una sagoma sfocata. Bianciardi appartiene alla seconda categoria. Artista schivo, avatar dematerializzato, autore che si muove tra Torino, Berlino e le Canarie, senza mai legarsi troppo a un punto sulla mappa. È proprio da questo spirito nomade che nasce Luoghi, il suo primo EP pubblicato nel 2025: un viaggio musicale che è insieme intimo e universale.
Bianciardi compone, suona e canta con un approccio low-fi, non per mancanza di mezzi, ma per scelta estetica e filosofica. Il suono grezzo, quasi domestico, diventa parte integrante del messaggio: la bellezza risiede nelle imperfezioni, nei dettagli non levigati, nei margini sfocati dell’esistenza.
Con Luoghi, l’artista ci invita in un percorso attraverso spazi reali e mentali, evocando tanto le metropoli quanto i paesaggi esotici che hanno segnato la sua vita errante. Ogni traccia del disco è una cartolina sonora, intrisa di suggestioni cinematografiche e letterarie. Le sonorità oscillano tra la malinconia urbana de I Cani e il romanticismo decadente dei Baustelle, in un equilibrio fragile tra nostalgia e visione, passato e presente, locale e globale.
Questo artista otterrebbe maggior riscontro inviando il singolo alle emittenti italiane mediante Cartolina Digitale. Entrerebbe inoltre nella Classifica Indie e nella Classifica Italiana.
Nonostante l’anonimato, Bianciardi riesce a imprimere una firma riconoscibile: è nel modo in cui racconta, nel suono volutamente sporco, nella capacità di trasformare la geografia in emozione. Luoghi non è solo un EP, ma un manifesto di poetica indipendenza.
E forse è proprio questo il suo messaggio più forte: in un mondo iper-connesso, dove tutto è visibile e tracciabile, c’è ancora spazio per chi sceglie di raccontarsi senza mostrarsi. Per chi preferisce lasciare che a parlare siano le canzoni.